Ero sul Ponte Morandi il 14 agosto

Ho attraversato Ponte Morandi pochi minuti prima del crollo. Il destino ha scelto per me e ha stabilito che non era il mio momento. Ero in viaggio verso la riviera di ponente e la pioggia battente impediva la vista. Dal finestrino dell auto sono riuscita a vedere soltanto la schiera dell abitato in basso, poi il pensiero era concentrato su tutt altro: la speranza di superare il temporale per godere del sole d agosto su spiagge incantate.

Decine le auto con targhe straniere cariche di bagagli, che come noi attraversavano il ponte per raggiungere altre mete.

Chissà cosa hanno provato i pochissimi fortunati che hanno frenato in tempo, mentre guardavano le auto e i camion sprofondare nel vuoto davanti a loro. Non faccio che pensare a quelli che abbiamo incrociato al bar, a quelli che ci hanno superato, agli attimi spesi per bere un cappuccino bollente che ha ritardato la partenza in macchina. Tutto nelle mani di piccoli gesti insignificanti che hanno collaborato col destino.

Oggi ci sono i funerali di Stato. La rabbia delle voci di dentro è alle stelle. Si è trattata di una cronaca di una morte annunciata – dicono- e non ci sono giustificazioni che tengano. Le polemiche propagandistiche di questi giorni fomentano delusioni e amarezze. Ancora si scava sotto le macerie, e la macchina della solidarietà è concentrata non solo sulle vittime, ma anche su tutte le famiglie che abitano i palazzi incollati al ponte che saranno trasferite altrove per consentire la demolizione. Tutto appare ipocrita e estemporaneo.

Dopo i funerali e la commemorazione di vittime innocenti ci sarà da mandare avanti l economia e gli scambi commerciali della città, preoccupata del suo porto e della necessita’ di offrire un percorso alternativo ai flussi di merci e persone.

Inutile piangere sul latte versato. Sono centinaia le opere infrastrutturali che attendono di essere riqualificate, da nord a sud del Paese. Basta vittime di superficialità e malaffare. Ognuno faccia la sua parte e si prenda cura della “vivibilità collettiva” oltre che del benessere personale.  Rendiamo onore agli insegnamenti di Kofi Hannan, che ha lasciato un grande vuoto, ma anche valide testimonianze.

Lascia un commento