Nuda, stupida e sottomessa: stop alla #PubblicitàOffensiva

Dall’Osservatorio regionale del Fenomeno della Violenza di Genere, i criteri e le modalità di segnalazione per enti e cittadini

“Stop alla pubblicità offensiva” è il tema che è stato affrontato sabato a Grottaminarda, nell’ambito di un evento promosso dalla Fidapa di Grottaminarda Distretto sud ovest, dal Comune di Grottaminarda, dall’Ordine dei giornalisti della Campania, dall’Ordine degli Psicologi e dall’Osservatorio Regionale del fenomeno sulla violenza sulle donne.

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L’obiettivo annunciato dalle Fidapine si e’ rivelato innovativo e ambizioso nello stesso tempo: quello di offrire un contributo alla stesura delle linee di indirizzo sulla educazione alla lettura dei messaggi scorretti e lesivi che vengono affermati dalle pubblicità. Una direttiva ampiamente argomentata dalla presidente Rosaria Bruno, che ha illustrato il filtro istituito dall’ osservatorio regionale (incaricato di vigilare sulla qualità delle comunicazioni) delle segnalazioni che arrivano dai cittadini, tese ad incidere così sul mercato e sulle regole del marketing più in generale.

La battaglia culturale che si vuole intraprendere è quella di sensibilizzare ogni autorità sul tema per ottenere la rimozione della cartellonistica lesiva, contro la mercificazione della donna, che le Fidapine hanno rappresentato col codice a barre, proprio per simboleggiare l’accostamento della donna a merce di scambio, e prodotto di consumo.

Rosaria Bruno, Angela De Rienzo e Ludovica Zoccali

Come ha ricordato la psicoterapeuta Angela De Rienzo, è attivo l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, che è un ente privato che dal 1966 regolamenta la comunicazione commerciale per una corretta informazione del cittadino-consumatore e una leale competizione fra le imprese.

20190216_183159Le fonti a cui accedere per ricostruire una congrua narrativa sono ancora scarne. Ha sviscerato l’argomento la rubrica del Corriere della Sera, “La 27esima ora”, che ha sottolineato come una pubblicità lesiva nei confronti delle donne sfoci e degeneri nella violenza di genere. Si tratta di quelle storture dei linguaggio e della comunicazione che devono necessariamente essere corrette, in quanto la pubblicità è essa stessa strumento di convincimento, teso al condizionamento e all’influenza verso certi tipi di acquisti e di preferenze.

La pubblicità è il più grande megafono della comunicazione che orienta i consumi di massa e che condiziona fortemente gli andamenti del mercato.

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I servizi giornalistici testimoniano che l’esigenza di introdurre regole specifiche volte a promuovere un utilizzo rispettoso dell’immagine femminile è stata messa in luce, in primo luogo, dalle Istituzioni dell’Unione europea (Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 Sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini e Risoluzione del 12 marzo 2013 Sull’eliminazione degli stereotipi di genere nell’Unione europea).

L’occasione di confronto voluta dalla Fidapa intanto, è una esortazione a farsi avanti sul fronte della prevenzione contro la violenza, ovvero a sostenere una cultura della formazione in grado di condizionare anche la vulnerabilità delle agenzie educative di riferimento.

Una illusrazione puntuale di quello che viene definito LIGHT SPEECH è stata dettagliata da Tiziana Meninno in una carrellata sulla evoluzione pubblicitaria dagli anni ’50 e fino ai giorni nostri. Dai cartelloni su cui si legge a carattere cubitale “A me piace nero” per pubblicizzare il dentifricio; a “fatti il capo” della ragazza a spalle scoperte che invita a bere l’amaro del capo, ce n’è per tutti i gusti. E sono davvero pochi quelli che sono stati contraddistinti dalla scritta “pubblicità lesiva”. Nuda, stupida e sottomessa: questa è l’immagine della donna nelle pubblicità. Cerchiamo a capire l’ingranaggio di questa divulgazione perversa. Chi ci vuole così? Chi vende o chi compra? Perché l’appetibilità di un prodotto deve per forza diventare desiderio sessuale?

La Fidapa nazionale – come confermato da Ludovica Zoccali, presidente Fidapa Young Distretto sud ovest originaria di Lametia Terme- è in prima linea contro la pubblicità offensiva. “L’associazione ha aperto una vertenza nei confronti di un noto marchio di parrucchieri, che ha pubblicizzato un augurio rivolto alle donne altamente offensivo” ha annunciato.

A cinque anni dalla Convenzione di Istambul e a 10 anni dalla Legge sullo stalking l’Osservatorio regionale incalza sulla necessità da parte delle nuove agenzie educative definite “secondarie”  di promuovere l’educazione al rispetto. Chiede insomma “una rivoluzione culturale”.

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