L’America è qui: torni a casa chi può. C’è terra per tutti

L’America è qui. Se qualcuno di voi ha visto e apprezzato “Cuori ribelli”, il film del grande Ron Howard non può non accogliere questa tesi. Due giovani, animati da pulsioni e necessità differenti lasciano l’Inghilterra per approdare nel nuovo continente e realizzare il ‘sogno americano’: conquistarsi un pezzo di terra ed esprimere in libertà tutta la loro smania di futuro e di creatività. Esattamente quello che si dovrebbe incoraggiare oggi nell’entroterra campano e in Irpinia in generale.

IMG-20181205-WA0002C’è terra per tutti: torni a casa chi può e realizzi il suo sogno! Potrebbe trattarsi di mera utopia, – io per esempio ne sono ben consapevole!- ma bisogna iniziare a traguardare lontano se si vuole costruire qualcosa. L’energia edificatrice arriva sempre dal confronto, e quello di sabato promosso dalla Fidapa di Sant’Andrea di Conza è stato un esempio lampante. Le “Irpine. Donne protagoniste di un territorio” si sono confrontate sul “Coraggio di restare”, inaugurando la prima sessione di un forum itinerante teso alla conoscenza, al dialogo e al confronto delle 82 donne che sono presenti nella ricerca giornalistica.

Chiara Zarrella, Rachele Branca, Rosaria Corona, Alba Cianci, Stefania Di Cicilia e Nunzia Petrosino sono state le protagoniste dell’incontro santandreano. Nel raccontare un frammento di sè e della loro ricca personalità e professionalità, hanno anche tracciato un breve profilo della provincia e della malattia di cui soffre: la depressione socio culturale, la resa, l’abbandono. Ma chi resta, in questo contesto, ha la piena consapevolezza di dover combattere senza sosta, con tenacia, e anche con ferocia. Come la protagonista di Cuori Ribelli, che aveva tutto, ma non la possibilità di esprimersi e realizzarsi come avrebbe voluto. Ognuno allora ha il suo orizzonte  a cui guardare, le sue tensioni e battaglie interiori con cui combattere, il suo personale filtro per vivere i luoghi.

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Alla luce della recente fotografia scattata dal Censis, che definisce gli italiani come più cattivi, rabbiosi e rancorosi, e uno stucchevole e improprio racconto dei cosiddetti “cervelli in fuga”, le Irpine si sono confrontate sul concreto dilemma che si affligge oggi le famiglie: restare o partire?

cuori ribelli3Io personalmente ritengo che sia più facile partire. In un periodo storico di grandi solitudini e abbandoni, di esplosioni di cattiverie e frustrazioni, di azzeramento delle possibilità, ognuno considera l’opportunità di vivere una vita migliore. Nessuno immagina di provare a cambiare le cose, perchè vige il sentimento diffuso che “le cose qui non cambieranno mai, perchè il potere è nelle mani dei soliti noti, perchè vige il clientelismo, perchè qui non c’è niente”. Già tutto vero. Ma a chi bisogna delegare la rivoluzione se non a noi stessi?

Io credo che ognuno sia motivato da impulsi e tensioni differenti. Chi è partito e rivendica la sua dose di coraggio nell’avere lasciato affetti e paese natale, se adesso tornasse si renderebbe conto che le cose non sono più come le ha lasciate. Non si riconoscerebbe più fra queste strade, vuote e svuotate.  Chi resta, al contrario, vorrebbe invece affiggere un cartello gigante con la scritta “tornate a casa” perché soffre anche l’abbandono sociale e umano. Chi resta si sente sempre meno intelligente, un relitto del peggior bar di Caracas che deve combattere con la frustrazione di chi non è ancora riuscito a realizzarsi. Per logica, se è stato acquisito che chi parte è un cervello in fuga, chi resta è una milza apatica, destinata a non combinare niente.  Se non me ne vado è perché non lo merito o perché provo a costruire il mondo a modo mio? A voi la risposta!

Un doveroso ma sentito ringraziamento per il bellissimo pomeriggio trascorso insieme, e per la calorosa accoglienza va innanzitutto alla Fidapa di Sant’Andrea, a partire da Alba Cianci e tutte le fidapine; ma anche a Concetta Di Cecca, che ha partecipato con una favolosa esposizione di ceramiche calitrane, a Teresa Giraudo che ha allestito un magnifico buffet, a Rachele Branca che ha esposto un campionario delle sue straordinarie produzioni artistiche, e infine alle aziende vitivinicole Donnachiara e Cantine Cavalier Pepe per le degustazioni di vini.

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